A cosa serve la scuola?

Si sente spesso parlare di come l’uomo moderno non viva in sintonia con i propri bisogni fisiologici.
Non mangiamo come dovremmo mangiare , quindi via libera a tutte le diete paleo o crudiste , non dormiamo come dovremmo dormire , allora si tenta di seguire un sonno polifasico , non socializziamo come dovremmo socializzare , le tribù e la collaborazione sono un miraggio in un mondo di Like digitali , non siamo fisicamente attivi quanto dovremmo essere e così eccediamo in centri fitness e programmi di dimagrimento.
Questa mancata corrispondenza tra ciò che ci chiede il nostro corredo genetico e quello che gli offriamo è sotto gli occhi di tutti. Le conseguenze si possono trovare nelle statistiche relative alle malattie più comuni, nei tassi di suicidio in salita, nei corpi indeboliti delle persone di mezza età.

Di tutto questo si parla più o meno seriamente, talvolta con un sentimento di rassegnazione e altre volte con spirito di ribellione. Stiamo mettendo in discussione tutto, o meglio, quasi tutto.
C’è un aspetto della nostra vita che è facilmente sovrapponibile a questo schema, ma che non viene preso in considerazione dai più, forse per ignoranza, o magari per convenienza.

L’apprendimento

Non siamo esseri programmati per apprendere nel modo in cui lo si fa oggi.
Non credo che la nostra fisiologia sia predisposta a crescere in un sistema come quello offerto dall’istituzione scolastica pubblica e privata. Questa educazione moderna, che potremmo chiamare “industrializzata” non si armonizza per nulla con i bisogni ancestrali dell’essere umano , così come la pizza surgelata e le bibite gassate non si sposano con il nostro apparato digerente.

Eppure, quando si considerano altre forme di educazione, magari più vicine ai bisogni reali del bambino, ci si accorge che la società ha una memoria molto breve rispetto a ciò che è stato realizzato in passato.
Sebbene la scuola come la conosciamo sia relativamente recente rispetto a una forma di apprendimento più collettiva e dinamica utilizzata dall'uomo in passato , moltissime persone la considerano un caposaldo della nostra nazione, l’unico modo corretto per istruire le nuove generazioni. Ciò che mi stupisce ancora di più, è che questo modello venga sostenuto anche come l'eccellenza per la socializzazione, cioè per imparare a stare in società.
Nel considerare altre proposte educative, ci si rende conto di quanto gli individui siano condizionati a pensare che l’unico modo in cui un bambino possa apprendere sia all’interno di una classe, in un edificio chiamato scuola, attraverso un costante monitoraggio e test.

Un ambiente realizzato per standardizzare gli individui , organizzato come una fabbrica con campanelli e azioni ripetitive nel tempo, poteva essere adatto all’ era industriale , per creare dei bravi operai pronti a essere immessi nel mondo del lavoro, ma di certo non può essere ideale per la realtà attuale in cui viviamo.

I rischi

Una domanda viene spontanea: quali sono i rischi e le conseguenze di questo tipo di educazione? Ci sono relazioni tangibili tra gli scolarizzati e alcune malattie comuni ? In altre parole: quali sono i sintomi di questo apprendimento industrializzato?

Il primo problema cronico al quale stiamo assistendo è un tasso elevato di stress nei giovanissimi. Anzi, non solo nei nostri figli: lo stress legato alla scuola investe anche i genitori e gli insegnanti . Compiti in classe e interrogazioni, test standardizzati e certificazioni, e ancora valanghe di compiti a casa hanno un effetto negativo sulla salute di tutti.
Ciò che sto scrivendo non è nulla di nuovo, eppure si tende a non fare nulla per modificare la situazione. T alvolta si diventa addirittura ancora più rigidi e insistenti . Basti pensare alle proposte di scolarizzare i bambini dai tre anni , di far durare l’anno scolastico 12 mesi con brevi intervalli cadenzati in primavera e natale, o l’obbligo della scelta del tempo pieno.

Molti altri problemi sono correlati allo stress, per esempio: la carenza di sonno, la cattiva alimentazione, il bullismo, la perdita dei legami intergenerazionali.
Ragazzini giovanissimi fanno uso di sostanze che creano dipendenza come il caffè per rimanere attivi più a lungo a studiare, in questo modo il loro bioritmo viene danneggiato e smettono di ascoltare il proprio corpo.
Ciascun insegnante ovviamente non riesce a curare da vicino l’alimentazione di ciascun alunno e, molto spesso, i bambini scelgono di mangiare solo carboidrati raffinati . Questi e le varie merendine e snack , uniti al poco movimento fisico durante le lunghe ore passate in classe alzano il rischio di obesità. Nel mondo, circa 42 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni di età sono in sovrappeso o addirittura obesi.
Convivere con lo stress può portare a essere depressi o anche aggressivi : secondo l'OMS dal 10 al 20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali. Le patologie neuropsichiatriche sono diventate la causa principale di disabilità nei giovani e il suicidio è diventata la seconda causa di morte tra i 15 e 29 anni. Se non ci si deprime, si diventa cattivi: in Italia un ragazzino su due è vittima di episodi di bullismo . L’età a rischio è quella compresa fra 11 e i 17 anni, anche se il periodo più critico è fra gli 11 e 13: insulti, seguiti dalla derisione per l’aspetto fisico e poi, in 4 casi su cento, si arriva a botte, calci e pugni. Perché chi è infelice non può trasmettere amore e rispetto per il prossimo.
Infine, le politiche assistenziali messe in atto per molti decenni, hanno incrementato la distanza fra generazioni, concependo spazi e tempi unicamente in modo monogenerazionale . Le scuole ne sono un esempio lampante e questo ha causato la perdita di un confronto umano non solo utile, ma necessario per una crescita psicofisica sana del collettivo.

Un’altra conseguenza di questo tipo di scolarizzazione è che i ragazzi non si conoscono in maniera approfondita e raramente scoprono quali siano i loro veri interessi e passioni . Il contesto scolastico allena la motivazione estrinseca , cioè quella che si usa quando si è costretti a fare ciò che non si vuole necessariamente fare. Mentre per scoprire i propri talenti serve la motivazione intrinseca , cioè la motivazione che viene dall'interno, dalla conoscenza di noi stessi. In classe i bambini vengono premiati quando conseguono successi nelle attività estrinsecamente motivate, così che il muscolo della motivazione intrinseca, che è la parte più intima di noi, piano piano si atrofizza.

Ciò vale anche per gli insegnanti , che sono nella sfortunata posizione di non essere più in grado di insegnare liberamente . Più che educare stanno gestendo la classe , assicurandosi che tutti si comportino in maniera conforme alle regole, che il programma venga terminato secondo le scadenze dettate dall’alto, che le prove vengano somministrate correttamente, specialmente i test standardizzati , per la preparazione dei quali si sacrifica molto tempo utile che potrebbe essere altrimenti dedicato all’insegnamento autentico.

Un’altra strada

Per fortuna, così come esiste una alternativa al cibo spazzatura o allo stare sdraiati sul divano tutto il giorno a guardare la TV per intrattenersi, esiste una forma di istruzione differente a tutto quello che ho descritto precedentemente.
In Italia, come in svariate parti del mondo, esiste la possibilità di fare Homeschooling - Educazione Parentale , esistono scuole democratiche e libertarie, esistono progetti di Travelschooling e Worldschooling e liberi gruppi di studio.
Vi sono individui che ogni giorno rivalutano le loro priorità e soprattutto quelle dei loro figli, e modificano la propria vita (lavoro, orari, stipendio) per dire no alla scuola industrializzata, così come ci sono genitori che scelgono di non passare il fine settimana in un centro commerciale, ma di fare una gita in campagna. Ognuno decide in base alle proprie necessità, ma il punto di partenza deve essere , inevitabilmente, una consapevolezza e conoscenza di base delle scelte possibili.

Mi auguro che nessuno si senta giudicato leggendo questo articolo, io sono la prima a fare colazione con cappuccio e brioche o a perdermi su Instagram , ogni tanto. L’intento è quello di riflettere insieme sulle possibilità che abbiamo per stare meglio, per essere più felici e soddisfatti della nostra vita , e soprattutto su come possiamo crescere insieme ai nostri figli, in maniera più naturale e rispettosa.

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